La tutela dell’ecosistema marino prosegue grazie alle attività dell’Amp (Area Marina Protetta) che per contrastare la pesca a strascico illegale sotto costa ha posizionato ulteriori 20 dissuasori antistrascico ripopolanti nelle acque di Marèttimo. Un’iniziativa che mira a ridurre la pesca illegale che danneggia i fondali, riduce gravemente la fauna ittica e distrugge la prateria di Posidonia oceanica, la più estesa del Mediterraneo, in grado di regolare l’assorbimento di Co2 nel mare e nell’atmosfera, una vera e propria “foresta amazzonica” subacquea.

L’intervento realizzato dall’Amp e dal suo direttore Stefano Donati è una delle fasi del progetto M.A.S.T.E.R. (Misure Anti Strascico per la Tutela E il Ripopolamento), che consiste nel posizionamento sul fondale marino di speciali dissuasori antistrascico attorno alle coste delle isole Egadi, nelle aree entro la batimetrica dei 50 metri in cui la pesca a strascico è vietata non solo dalle regole dell’Area Marina Protetta, ma anche dalla normativa italiana e comunitaria.

I dissuasori sono blocchi di calcestruzzo certificato, a basso impatto ambientale, del tipo “sea-friendly”, con pH uguale a quello dell’ambiente acquatico marino e facilitano l’attecchimento degli organismi marini e il ripopolamento ittico.

Al progetto, iniziato nel 2012 nelle acque di Favignana, con il posizionamento di 72 dissuasori, ha aderito anche Rio Mare, la cui partecipazione è una delle prime di questo genere per durata e investimento realizzata da privati in Italia. Un’adesione volta a salvaguardare la biodiversità e a favorire una gestione sostenibile delle risorse naturali del territorio.

In particolare, l’intervento di Rio Mare prevede il finanziamento di 3 progetti: la tutela della Posidonia oceanica, la gestione dell’Osservatorio della Foca monaca nel Castello di Punta Troia a Marèttimo e il sostegno al Centro di Primo Soccorso delle Tartarughe marine a Palazzo Florio, a Favignana.